Chiesa di San Niccolò al Carmine

Vicende Costruttive

I Carmelitani abbandonarono il loro originario carattere eremitico quando Papa Innocenzo IV, revisionando la Regola dell'Ordine, indicò la costruzione di chiese e conventi nelle vicinanze del centro abitato.
I frati, giunti a Siena alla metà del XIII secolo, si stanziarono in una zona di campagna appena fuori dalla cerchia muraria, iniziando la costruzione della loro chiesa. Divenuta poi parte integrante della città attuale, essa dette anche il nome alla strada lungo la quale è situata, il Piano dei Mantellini: si narra infatti che sulla facciata della chiesa fosse dipinta una Madonna, oggi perduta, al di sotto della quale, in seguito alle grazie fatte ai bambini, venivano appesi i loro gonnellini o mantellini in segno di devozione.
Nel 1261, in piena fase di costruzione, i frati chiesero e ottennero da Papa Urbano IV di seppellire nella chiesa anche persone al di fuori dell’Ordine, un privilegio che i fedeli ricambiarono con molte offerte, utilizzate dai frati per sostenerne le spese del cantiere.
Seguendo la volontà della Chiesa, essi si inserirono così nel tessuto sociale cittadino, impegnandosi nell’educazione dei fedeli, accompagnandoli correttamente nella preghiera ed aiutandoli a convivere pacificamente sotto il segno del Vangelo.
Grazie a questo ruolo di ‘assistenti sociali’ e di educatori spirituali, i Carmelitani ricevettero il riconoscimento da parte del Comune di Siena, che per questo si impegnò attivamente nell’edificazione e nella progressiva manutenzione sia della chiesa che del convento, oltre ad emanare leggi e concedere sussidi.
Anche privati cittadini lasciarono disposizioni allo Spedale Santa Maria della Scala, affinché provvedesse a fornire elemosine in perpetuo a favore dei carmelitani.
L’Arte della Lana, corporazione che riuniva gli artigiani lanaioli, nel 1432 scelse di legarsi a questa chiesa celebrando qui le sue feste. Nel corso del tempo si impegnò a più riprese ad abbellirla e rinnovarla, concentrandosi soprattutto nella zona dell’abside, che scelse come sua cappella privata; l’attuale altare maggiore, eseguito su imitazione di quello del Duomo, venne commissionato dalla stessa Arte. Nel 1425 anche l’Arte dei Cuoiai volle costruire all’interno del Carmine una propria cappella, intitolata a San Bartolomeo Apostolo, suo Santo protettore.
Il legame con la cittadinanza è messo in evidenza dalla quantità di opere d’arte che in origine erano a corredo di altrettanti altari  fatti costruire da nobili famiglie senesi dal XVI al XVIII secolo, come dimostrano i numerosi stemmi presenti all’interno della chiesa.
Attualmente l'edificio, dopo il restauro di “ripristino” dei primi del Novecento, pur privo di tutti gli abbellimenti che si erano sedimentati nel corso dei secoli, è ancoro aperto al culto, anche se non più officiato dai Carmelitani.
Nel giorno del Palio qui si celebra la benedizione del cavallo della Contrada della Pantera, a cui appartengono le bandiere sistemate lungo le pareti della chiesa.
Il convento, dopo l’ultima soppressione degli Ordini religiosi, è diventato caserma militare fino al 1960 quando è passato all’Università degli Studi di Siena. La zona intorno al chiostro piccolo, rimasta di proprietà dell’Ordine, è stata di recente adibita a casa per vacanze.